Il modulo, attraverso l’attività
svolta dall’esperto, si proponeva di riuscire a catturare l’attenzione e la
partecipazione dei ragazzi frequentanti il percorso e stimolarne
l’apprendimento. La sfida consisteva, principalmente, nel riuscire a creare dei
piccoli gruppi di lavoro che portassero a termine il compito intrapreso. L’attività
pratica si è basata sulla conoscenza ed acquisizione del programma informatico
Scratch, base per la creazione di piccole animazioni audiovisive. Attraverso le
prime lezioni, sono state fornite informazioni su cosa sia l’automazione,
l’intelligenza artificiale e un robot . E’stata fornita, inoltre, la descrizione
della struttura di un robot e del suo esoscheletro, anche attraverso la
proiezione di brevi filmati, tratti da film del genere fantascientifico. Il
messaggio che si voleva trasmettere ai ragazzi, partiva dall’idea che è
necessario avvalersi di una buona conoscenza dei programmi per computer, per
realizzare un piccolo robot. Scrivere programmi non richiede, di per sè,
conoscenze particolari, solo la capacità di pensare con chiarezza e precisione.
Gli studenti hanno, cosi, giocato a creare animazioni e, nel contempo, hanno
imparato concetti matematici e appreso capacità computazionali. Con le
animazioni create sono state inventate delle brevi storie interattive e dei
semplici giochi. L’obiettivo era finalizzato allo sviluppo della capacita’ di
problem-solving e di progettazione, infatti, bisognava prestare attenzione al
ragionamento logico e all’individuazione degli errori; bisognava mostrare,
inoltre, attenzione e perseveranza per completare il progetto.
Il passo successivo è stato quello di realizzare un robot attraverso l’uso di Lego NXT 2.00. I ragazzi hanno preso visione dei materiali a disposizione: unità di programmazione, sensori, servomotori e componenti meccanici lego.
Successivamente, è stato usato il software LabView per la programmazione dei movimenti e interazioni del robot. Nella fase finale i robot costruiti sono stati inseriti in una storia, in modo da coinvolgere anche chi non aveva apprezzato la precedente esperienza pratica. Le maggiori difficoltà, durante la gestione del modulo, sono emerse all’inizio, quando bisognava necessariamente fornire agli studenti, alcune nozioni teoriche: mancava l’attenzione, l’interesse e, in alcuni casi, anche il rispetto verso gli operatori del corso.
I ragazzi apparivano demotivati, consapevoli delle loro carenze, perciò privi di autostima a seguito degli insuccessi scolastici. Attraverso la didattica laboratoriale, invece, l’atteggiamento è cambiato: si sono costituiti gruppi di lavoro che hanno imparato la tecnica cooperative-learning. Anche il comportamento e l’atteggiamento verso ambienti e operatori scolastici è migliorato. Le forme di cortesia, prima inesistenti, successivamente, si sono susseguite spesso.
Nel complesso, l’obiettivo iniziale si può considerare raggiunto (anche se non è stato cosi’ per tutti i ragazzi). Il gioco e la didattica laboratoriale hanno avuto l’effetto sperato.
Tali risultati sono stati condivisi con gli alunni frequentanti il PON presso la scuola secondaria di I grado Lombardi, al rione S.Paolo , dove i ragazzi più grandi hanno svolto la funzione di “ docenti”, mostrando il prodotto realizzato e le fasi della sua costruzione.
Il passo successivo è stato quello di realizzare un robot attraverso l’uso di Lego NXT 2.00. I ragazzi hanno preso visione dei materiali a disposizione: unità di programmazione, sensori, servomotori e componenti meccanici lego.
Successivamente, è stato usato il software LabView per la programmazione dei movimenti e interazioni del robot. Nella fase finale i robot costruiti sono stati inseriti in una storia, in modo da coinvolgere anche chi non aveva apprezzato la precedente esperienza pratica. Le maggiori difficoltà, durante la gestione del modulo, sono emerse all’inizio, quando bisognava necessariamente fornire agli studenti, alcune nozioni teoriche: mancava l’attenzione, l’interesse e, in alcuni casi, anche il rispetto verso gli operatori del corso.
I ragazzi apparivano demotivati, consapevoli delle loro carenze, perciò privi di autostima a seguito degli insuccessi scolastici. Attraverso la didattica laboratoriale, invece, l’atteggiamento è cambiato: si sono costituiti gruppi di lavoro che hanno imparato la tecnica cooperative-learning. Anche il comportamento e l’atteggiamento verso ambienti e operatori scolastici è migliorato. Le forme di cortesia, prima inesistenti, successivamente, si sono susseguite spesso.
Nel complesso, l’obiettivo iniziale si può considerare raggiunto (anche se non è stato cosi’ per tutti i ragazzi). Il gioco e la didattica laboratoriale hanno avuto l’effetto sperato.
Tali risultati sono stati condivisi con gli alunni frequentanti il PON presso la scuola secondaria di I grado Lombardi, al rione S.Paolo , dove i ragazzi più grandi hanno svolto la funzione di “ docenti”, mostrando il prodotto realizzato e le fasi della sua costruzione.